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Acerenza - La Storia

Logo Basilicata Vacanze Acerenza Alcuni manufatti in pietra trovati in una serie di grosse caverne fanno risalire Acerenza al paleolitico, mentre ritrovamenti di grotte sepolcrali, resti di abitazioni e frammenti di ceramiche attestano che nella civiltà neolitica, su quest’altura di tufo calcareo, s’insediarono tribù indigene e poi Osco-Sabelliche. Nel VII secolo a.C. i Greci, risalendo il fiume Bradano, giunsero ad Acerenza, per cui oggi, oltre ai ritrovamenti di materiale fittile, si notano pure i tratturi greci, tuttora viottoli di comunicazione. Colonne, bassorilievi, resti di edicole ed epigrafi inseriti nelle murature esterne di alcuni vecchi edifici sono testimonianze del periodo romano, di fondamentale importanza per la morfologia urbana e per l’ordinamento istituzionale della colonia. La crisi dell’Impero Romano accentuò il fenomeno delle invasioni barbariche e, di conseguenza per difendersi meglio, il centro abitato si spostò nella zona più alta e la città fu fortificata da un primo impianto murario lungo il perimetro dell’alto promontorio. Nel 476, caduto l’Impero Romano d’Occidente, Acerenza fu occupata dai Goti e dai Bizantini. La popolazione, travolta da quest’ultima dominazione, trovò anelito di vita intorno alle comunità religiose: Acerenza fu sede vescovile bizantina prima del ‘600. Successivamente fu il principale caposaldo longobardo nella valle del Bradano: fu costruito il castello (del quale oggi rimangono poche tracce) e fortificata la città. Verso la fine del X secolo arrivarono i Normanni ed Acerenza ebbe una decisa crescita urbana. Venne costruita o ampliata la Cattedrale, polo generatore dell’insediamento. Dall’XI al XIII secolo assunse i caratteri specifici della città medioevale che, impressi nei secoli, ancora oggi conserva. Dopo la morte di Enrico VI, il regno passò a Federico II, amante dell’arte e della cultura classica, il quale continuò la politica ricostruttiva degli Svevi. Nel 1266 con la dinastia angioina iniziò un periodo di soprusi e sfruttamenti: Acerenza subì un processo d’infeudamento voluto da potenti famiglie baronali che si succedettero per il possesso della città e dei territori. Nel 1442 gli Aragonesi, aiutati dagli Acheruntini, respinsero gli Angioini. Ferdinando d’Aragona nel 1479 cedette a Mazzeo Ferrillo la città, la quale passò definitivamente sotto l’influenza di famiglie che segnarono il declino della grandezza raggiunta. Nel XVI secolo gli edifici si dotarono di portali riccamente decorati, creando un netto contrasto col resto delle costruzioni. Nel XX secolo crebbe la città moderna e in quella antica si registrarono modifiche, restauri sommari, interventi edilizi che provocarono la perdita dell’equilibrio strutturale della vecchia città. Solo dopo il 1974 si recepì una certa razionalizzazione negli interventi sul centro storico.

FONTE: Consiglio Regionale di Basilicata.