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Picerno - La Storia

Logo Basilicata Vacanze Picerno Secondo il Racioppi la parola Picerno è formata dal radicale pece e dal suffisso erno, “una relazione complessa di luogo e di lavoro” e più specificatamente “luogo ove si estraeva la pece da quei monti lucani”. Rinvenimenti di tombe e di stele ipotizzano la preesistenza, sul sito del borgo medioevale, di insediamenti indigeni databili dalla tarda età del ferro all’epoca tardoimperiale. Il rione Toppo è il più antico ed è documentato nel XII secolo, ma Piciernum era già esistente e fortificato nell’XI secolo, come risulta dal Catalogo dei Baroni, quando era compresa nel Principato di Taranto. Gaudino de Glosa e Amor costruirono la prima rocca fortificata che Federico II ingrandì per rinchiudervi alcuni prigionieri lombardi. Fu feudo dei d’Angiò, di Eustasio de Juvenicio, di Tadino de Jovine. Agli inizi del Trecento Picerno appartenne ai Sanseverino, successivamente a Filippo de Sus; poi passò ai Caracciolo e successivamente agli Spinelli, ai Muscettola ed infine ai Pignatelli, possessori del feudo fino alla soppressione della feudalità. Nel XVI secolo a Picerno fu edificato il convento dei Cappuccini, che divenne un fiorente centro di studi teologici. Nel Settecento fu tra i comuni più vivaci a volersi sottrarre al potere economico ecclesiastico e feudale. Nel 1799, raccolse i seguaci delle nuove idee liberali che, guidati da Girolamo e Michelangelo Vaccaro di Avigliano, opposero strenua resistenza all’esercito sanfedista e borbonico. La lotta furibonda fu seguita dal saccheggio. I trucidati furono 71, tra cui 20 donne e il sacerdote Nicola Caivano.

FONTE: Consiglio Regionale di Basilicata.