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Montescaglioso - Il Castello di Santa Maria del Vetrano

Logo Basilicata Vacanze Montescaglioso Nella fortezza di Santa Maria del Vetrano, posta in contrada Campagnola in agro di Montescaglioso, si trova una torre normanna appartenuta ai benedettini di Sant’Angelo. Essa, un tempo, si chiamava castello di Passavanti, per poi chiamarsi Santa maria del Veterano o del Vetrano per la presenza di un vecchio castello.

Castello di Santa Maria del Vetrano di Montescaglioso

La castellana non riusciva ad avere figli. Tutto il giorno si disperava e pregava Gesù Cristo perché le desse il frutto tanto desiderato. Ma il Signore rimaneva insensibile alle preghiere della poveretta.

Allora quella, vedendo che Cristo non l'ascoltava, si votò per disperazione al diavolo scongiurandolo che le desse un figlio e aggiungendo che non importava se poi lo avesse perduto all'età di diciotto anni.

Quale compenso, metteva a disposizione la sua anima. Il diavolo accettò e promise che al nono mese avrebbe partorito un bel bambino. E così avvenne.

Non si può credere quanto la madre lo adorasse, ma al pensiero che a diciotto anni egli doveva morire non si dava pace. Il ragazzo cresceva sano e sereno, ignaro del crudele destino che lo attendeva.

Quando compì il sedicesimo anno la poveretta era ormai stravolta dalla pena e tutto il giorno non faceva che piangere e piangere.

Qualche volta il figlio cercava di farsi dire perché fosse così afflitta, ma la donna non aveva il coraggio di confessarglielo. Tuttavia, all'avvicinarsi della data stabilita, e mancavano soltanto sette giorni, gli rivelò per filo e per segno ogni cosa. Il giovinetto impallidì, si sentì perduto, ma ciononostante ebbe forza di consolare la madre.

Alla fine decise di trascorrere fuori di. casa quei sette giorni e, ricevuta la benedizione materna, se ne partì.

Cammina e cammina, giunse al convento dei benedettini di Montescaglioso e qui trovò ricetto per la notte. Il mattino seguente confidò la sua sventura al padre guardiano pregandolo di suggerirgli un mezzo per sottrarsi al disegno del demonio.

Il padre guardiano gli disse: “Figlio mio, raccomandati a San Benedetto. Noi non possiamo fare altro che celebrare una messa l'ultimo giorno. E quando arriva l'ora che il diavolo dovrà scendere per prenderti, faremo in modo di trovarci all'elevazione, perché allora le porte dell'inferno si chiudono e il diavolo non può sortire”.

Così fecero.

Arrivò il giorno, e quando i monaci stavano con l'ostia alzata, il cielo della chiesa si spalancò, due grosse catene calarono dal soffitto proprio sul corpo del giovinetto il quale gridava e si contorceva e faceva ogni sforzo per divincolarsi; ma le catene cigolavano e lo tiravano su come un pesce all'amo con la canna. Ed ecco il miracolo. Proprio nell'istante in cui il giovane stava per sprofondare nell'inferno, San Benedetto si parte dalla sua nuvola, lo afferra, stacca le catene e lo libera dalla morte.

Il giovinetto s'inginocchiò dinanzi al Santo, gli baciò il lembo della tonaca e gli promise di farsi monaco.

La lieta notizia giunse la sera stessa all'orecchio della madre, e lascio pensare a voi quanto la poveretta se ne riempisse il cuore. Egli intanto mantenne la promessa, si fece monaco e a trentatré anni, giusto come gli anni di Cristo, diventò padre priore del monastero.

FONTE: Consiglio Regionale di Basilicata.